Aumenti dei prezzi delle materie prime e ricadute sui mercati

2022-02-08
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Paola Dozza - Pactur srl
Paola Dozza

Le catene del valore globali si trovano in una congiuntura critica, strette tra la crescente domanda internazionale conseguente alla ripresa economica post-pandemia, da un lato, e una combinazione di carenze di offerta e strozzature nei trasporti, dall’altro. altro. Questi due fattori che stanno provocando aumenti dei prezzi delle materie prime, inimmaginabili fino a pochi mesi fa. A questo proposito desideriamo riportarvi alcuni dati e alcune riflessioni, che abbiamo, a nostra volta, raccolto da siti conosciuti.

 

Quali sono le cause dell’aumento dei prezzi delle materie prime?

aumento dei prezzi delle materie prime

Secondo autorevoli esperti del settore la causa è il forte squilibrio tra domanda e offerta; questo divario è in continua crescita e non può essere colmato. Le stime più recenti hanno segnato un aumento dei prezzi di alcuni materiali nell'ordine del 200% solo nell'ultimo anno e grazie al crollo dei prezzi che aveva caratterizzato i primi mesi della pandemia di Covid-19, hanno reso l'aumento così consistente . Un esempio lampante, che coinvolge da vicino la nostra produzione, è costituito dall’acciaio, passato dai 380 dollari la tonnellata di giugno 2020 ai 1.100 dollari la tonnellata di settembre 2021: un aumento vertiginoso che arriva quasi al 300%. Per quanto riguarda il petrolio, il cui costo era crollato nel 2020 (-68%) e da allora è fortemente aumentato (+203%), è possibile che il suo prezzo possa attestarsi sui 60-75 dollari al barile. Tutti i materiali hanno però avuto una storia simile, ma il primato negativo dei rialzi va a rame, ferro, acciaio, mais, caffè, grano e soia, legname, semiconduttori, plastica, cartone per imballaggi, terre rare, litio. Per tradurre la situazione in numeri, l'acquisto di materie prime rappresenta il 46,6% del fatturato delle imprese manifatturiere e il 33,1% per quelle delle costruzioni. A queste dinamiche si è aggiunta, verso la fine della scorsa estate (ma in un processo che era già in atto da alcuni mesi) anche un'impennata dei prezzi energetici, conseguente ad un aumento della domanda di idrocarburi (gas naturale in particolare) e, anche in in questo caso, la mancanza di fornitura. Infatti, il gas naturale è passato da 1,22 dollari per MMBtu (British Thermal Unit, unità di misura che serve per quantificare il gas naturale e la cui unità corrisponde a circa 28 m3) di maggio 2020 a 25,81 dollari di settembre 2021. Sicuramente questi due picchi non possono essere considerati valori di riferimento inamovibili data la frequenza delle variazioni dei prezzi, ma la differenza dà un’idea di quanto sta accadendo nel mercato energetico globale. La transizione porterà ad un aumento dei costi delle fonti energetiche fossili e queste sono le prime conseguenze. All'interno dell'UE, l'aumento dei prezzi è in parte legato anche all'attuazione di alcune politiche climatiche dell'UE. All’aumento del costo dell’energia si sommano gli aumenti di gas e gasolio, compromettendo così l’attesa ripresa post-pandemia. Nel frattempo, i governi di molti paesi dovranno gestire la crescente inflazione. In effetti, la Fed americana e la BCE in Europa stanno già adottando misure per prevenire aumenti incontrollati dell’inflazione. La forte spinta sui costi, insostenibili in alcuni settori, sta riducendo i margini aziendali e provocando un rialzo dei prezzi alla produzione che a novembre 2021, al netto dell'energia, sono aumentati dell'8,9%, un tasso di variazione mai registrato dal 2001.

Come abbiamo detto all'inizio, vi trasmettiamo queste informazioni a scopo informativo, così come le abbiamo ricevute e raccolte. A nostra volta soffriamo di questa situazione, che inevitabilmente si ripercuote sui nostri prezzi. Ciononostante abbiamo mantenuto i nostri aumenti al livello più basso possibile e abbiamo assorbito questi aumenti generali in una percentuale molto elevata.

Pattur

 


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